Archive for 2012

Povertà, una foto che parla più delle parole ...


Una foto che parla più delle parole e che rende bene l'idea della situazione sempre più grave che sta attraversando il nostro paese ... scattata a Torino, si può vedere una piccola bimba che disegna mentre sta nel passeggino e sua mamma che rovista nel bidone della spazzatura lì di fianco ...

La foto è stata scattata qualche giorno fa da
Big Daddy, che poi spiega di non aver avuto il coraggio di scattare altre foto ne di avvicinarsi ulteriormente per dare aiuto alla donna. A chi chiedeva se quella era veramente la mamma, ha confermato che "è la mamma ma non potevo certo farle il book. Già così mi sono sentito male a fotografarla, seppur per una buona causa" ...

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Dopo la crisi anche i guai per il formigonismo Tremano 30mila imprese sotto l’ombrello Cl


Imprenditori, banchieri, funzionari, dalla sanità alle aziende pubbliche: all'interno della galassia di "Comunione e fatturazione" si resta in silenzio e non ci si espone, ma ci si chiede quanto potrà durare. L'apparato di potere punta a difendere poltrone, incarichi, clientele

Prima il terremoto della crisi. Appalti e commesse che crollano. Le banche che non fanno credito. Lo Stato che non paga più. E adesso il sole che si oscura. Il sole si chiama Roberto Formigoni, da 17 anni governatore padrone della Lombardia, il motore più potente dell’economia nazionale. È lui, il celeste, il punto di riferimento per migliaia di imprenditori, artigiani professionisti, soprattutto piccoli e piccolissimi, che hanno scelto l’ombrello della Compagnia delle Opere per darsi una mano e mettersi al riparo dagli alti e bassi della congiuntura.

Sono tanti, tantissimi, oltre 30 mila imprese e un migliaio di enti no profit, per il 70 per cento concentrate al Nord e soprattutto in Lombardia, con un giro d’affari globale nell’ordine dei miliardi di euro. Numeri ufficiosi, perché un censimento esatto non è mai stato fatto. È la macchina di Comunione e fatturazione, per dirla con un gioco di parole che dice tutto e anche di più. Perché se un esercito di onesti militanti del movimento fondato da don Luigi Giussani assiste attonita e scandalizzata allo spettacolo del governatore che si trastulla allegramente tra yacht e faccendieri, d’altra parte lo smarrimento si diffonde anche tra le file degli imprenditori ciellini, o sedicenti tali.

È vero che la Compagnia delle Opere, una sorta di Confindustria nata in seno al movimento ecclesiale, si è creata per tempo entrature e appoggi anche in altri ambienti. Basti pensare, come racconta Ferruccio Pinotti nel suo libro La lobby di Dio (Chiarelettere), alla reciproca simpatia sbocciata nei confronti del segretario del Pd Pier Luigi Bersani o l’alleanza sotterranea con il mondo delle coop rosse. Il motore di tutto, però, resta sempre lo stesso: l’apparato di potere, cioè di poltrone, incarichi e clientele varie, che i politici ciellini hanno da sempre assicurato a imprenditori, banchieri e funzionari con il distintivo dei seguaci di don Giussani.

Il formigonismo è la massima espressione di questo sistema. E adesso che il celeste arranca, un misto di delusione, angoscia e smarrimento si insinua tra le fila dei militanti, quelli sinceri e gli opportunisti. Tra i primi vanno annoverati le migliaia di imprenditori del no profit e del volontariato, gente che impegna a fare del bene e assiste attonita alle peripezie, e alle acrobazie, del governatore. Poi c’è la razza padrona il salsa ciellina. Sono loro che si sentono mancare la terra sotto i piedi e forse incominciano a pensare che sarebbe meglio per tutti se Roberto facesse un passo indietro. In pubblico nessuno parla, nessuno si espone, ma tutti si chiedono quanto potrà durare e quali danni potrà fare l’indecente spettacolo in questi giorni finito sotto gli occhi di tutti. E per fortuna che la Lega, l’unica che negli ultimi anni aveva saputo insidiare alcune roccaforti dei formigoniani (nella sanità, nelle aziende pubbliche regionali), non è proprio in condizioni di partire all’attacco. Magra consolazione, però. E allora trema, la razza predona ciellina.

Tremano innanzitutto le aziende che da anni sguazzano nel fiume di denaro che ha inondato il sistema sanitario lombardo, sistema efficientissimo, per carità, come ripete sempre Formigoni. Poi c’è il network del potere vero, quello che comprende banche e grandi aziende. Il mattone innanzitutto con aziende di costruzioni targate Compagnie delle Opere, come il consorzio veneto Consta o la Montagna.

Viaggia a tutta velocità anche una macchina da soldi (e di appalti) come la Fiera di Milano, una galassia di società da sempre presidiata da ciellini doc come Antonio Intiglietta e il deputato Pdl, Maurizio Lupi, amministratore delegato di Fiera Milano congressi. Lupi, per la verità, sembra tutt’altro che affranto dalle disavventure di Formigoni, lui che da sempre ne soffre l’esuberanza. Un ex manager della Fiera è anche Claudio Artusi, a capo di Citylife, il più ambizioso progetto immobiliare milanese, tra grattacieli e palazzi da archistar. E anche un manager di lungo corso di simpatie cielline come Luigi Roth, ora a caccia di una poltrona, è transitato dal vertice della Fondazione Fiera.

Resta rampantissimo, anche se da qualche tempo un po’ in ribasso , l’avvocato Graziano Tarantini, classe 1960, fondatore della Compagnia delle Opere a Brescia, fino a pochi mesi fa vicepresidente della Popolare di Milano e presidente in carica dell’azienda energetica A2A, in condominio tra i comuni di Milano e di Brescia. La scalata di Paolo Fumagalli, 52 anni, un altro avvocato ciellino, socio di studio di Tarantini, l’ha portato invece fino al collegio sindaca-le del’Eni e a quello della Cassa depositi e prestiti. Due poltrone eccellenti a cui Fumagalli associa alcuni incarichi nel gruppo Intesa, di cui in passato è stato consigliere. Proprio Intesa è considerato l’istituto di credito che da sempre ha riservato più attenzioni alla Compagnia delle opere. Con l’ex numero uno del gruppo bancario, l’attuale ministro Corrado Passera che nel recente passato aveva a più riprese cercato, in diverse uscite pubbliche, il sostegno dei ciellini. Azionista forte di Intesa è la Fondazione Cariplo dove in quota Cl troviamo il finanziere Angelo Abbondio. Nei prossimi mesi si apriranno i giochi per il rinnovo dei vertici della grande fondazione bancaria nel 2013 e molti pronosticavano un assalto dei ciellini alle posizioni del presidente Giuseppe Guzzetti. Ma con i tempi che corrono, il vecchio democristiano Guzzetti può stare tranquillo

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Lo spread Btp/Bund

Le deludenti indicazioni giunte ieri dai mercati immobiliare e del lavoro statunitensi continuano a pesare sull'andamento dei listini. Sul fronte obbligazionario fiammata del differenziale di rendimento tra Italia e Germania. Tokyo chiude in flessione dello 0,28%. In lieve rialzo le quotazioni del petrolio
Apertura di contrattazioni in forte rialzo sul fronte dello spread Btp/ Bund con il differenziale di rendimento tra i titoli a 10 anni italiani e tedeschi che tocca i 401 punti. Sono in aumento anche i rendimenti dei titoli di Francia (spread a 145) e Spagna (424 e bonos di nuovo al 6%). Per l'Italia il nuovo sfondamento della soglia psicologica dei 400 punti segna un brusco risveglio dopo una fase di ribassista iniziata il 9 gennaio, quando lo spread viaggiava a 531, e culminata un mese fa con il differenziale a 278 punti.

Seduta in ribasso a -0,7% per la Borsa di Milano dopo che ieri i dati tutto fuorché entusiasmanti provenienti dagli Stati Uniti hanno minato la convinzione che la prima economia del mondo stia uscendo a passo spedito dalla crisi. Nel resto d'Europa Londra segna -0,1%, Francoforte +0,1% e Parigi -0,2%.

In Germania crescono più delle attese i prezzi alla produzione. L'indice di marzo ha riportato un incremento dello 0,6% congiunturale e del 3,1% annuo. La stima degli analisti era di +0,4% mensile e di +3,1% annuo. Escludendo l'energia, i prezzi sono cresciuti dello 0,3% mensile e dell'1,6% annuo.


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Corruzione in Italia: fondi UE “andati a ville e matrimoni”

di BBC– 16 aprile 2012 Pubblicato in: Gran Bretagna
Traduzione di ItaliaDallEstero.info

La polizia dichiara che sono in corso indagini su 63 persone, quasi tutte della città di Vibo Valentia, a sud di Napoli.
Sono stati sequestrati conti bancari, automobili e proprietà, il cui valore supera 1 milione di euro ($1.31m; £820,000) Fra le persone indagate ci sono anche due ufficiali della Calabria, roccaforte della ‘Ndrangheta, un’organizzazione criminale.
Gli ufficiali avevano l’incarico di distribuire il denaro UE, stanziato per la rivalutazione delle aree turistiche.
La polizia sostiene che almeno 1.3 milioni di euro di fondi UE sono stati usati in attività fraudolente.
La natura dei reati è stata descritta come particolarmente seria, in quanto la regione ha effettivamente bisogno di nuove infrastrutture turistiche, come afferma l’agenzia di stampa AFP.
La Guardia di Finanza afferma che il denaro è stato usato per estendere ed arredare case private e per donare mobili e tv a parenti o amici in occasione di matrimoni o altri eventi.
L’indagine si sta concentrando su crimini quali frode aggravata per l’ottenimento di fondi pubblici, appropriazione indebita di fondi UE e uso di falsa documentazione.
Negli ultimi anni le autorità italiane hanno progredito nella lotta alla criminalità organizzata, che gode tuttora di immenso potere, soprattutto al sud.

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Cento anni dall’affondamento del Titanic: tradito dalla tecnologia, dalla luna e dall’uomo


Oggi ricorrono i cent’anni dall’affondamento del Titanic. Il leggendario affondamento è ad oggi il più grande disastro navale civile di tutti i tempi. La carena dell’enorme balena di ferro e acciaio si squarciò in 5 tagli al contatto con un grande iceberg a sud della penisola di Terranova: cinque dei compartimenti stagni vennero invasi dall’acqua provocando il disastroso affondamento e la morte di 1523 persone tra cui gli 800 membri dell’equipaggio.
Il Titanic, che partì il 10 aprile 1912 da Southampton in Inghilterra per il suo viaggio inaugurale, era per quei tempi la più grande nave mai costruita.  Sorella dell’Olympic e del Britannic, era di proprietà della White Star Line. Le tre navi erano state progettate e costruite nei cantieri Harland and Wolff di Belfast allo scopo di affermare la supremazia dell’azienda nell’attraversata oceanica da Southampton a New York.
Ristoranti, bar, promenades, sale di lettura, intrattenimento, fumatori, piscina, campo da tennis facevano sognare i suoi ospiti. Era dotato di tre classi per i passeggeri; l’ultima, la terza, ospitava principalmente emigranti. La nave era dotata del migliore sistema radio del tempo.
Il viaggio inaugurale, che partì da Southampton il 10 aprile 1912, era capitanato da Edward John Smith, ospitava a bordo importanti personalità del mondo industriale e politico del tempo.
Il viaggio trascorse tranquillo fino alla giornata del 14 aprile quando, sopraggiunti all’altezza del Terranova, la nave impattò con l’imponente iceberg.
In cento anni di teorie sull’affondamento ne sono sorte a bizzeffe: dal sabotaggio, all’errore umano fino a particolari condizioni climatiche. Non si sa ancora come sia realmente andata la vicenda, tuttavia pezzi di realtà sembrano essere racchiusi in molte tra le teorie presentate. Rivetti inadatti, mancanza di scialuppe, negligenza ma anche agenti atmosferici sono tutti gli elementi che hanno affondato il Titanic.
Sembra infatti che non tutti i rivetti che componevano la nave avessero le caratteristiche adatte per essere fissate sulla carena tanto che l’affondamento non avvenne per uno squarcio, come inizialmente si credeva, ma per il cedimento dei rivetti che diedero vita a sei piccole falle da cui entrò l’acqua. Il timone, inoltre, era più piccolo del necessario, cosa che rendeva le virate molto lente.

La mancanza di scialuppe fu una seconda causa dell’alto numero di vittime. Nonostante ne potesse contenere 32 il viaggio prese il via con sole 16 scialuppe di salvataggio che in molti casi vennero calate mezze vuote. Tutti coloro che morirono nel naufragio perirono per assideramento: tutti avevano il giubbotto salvataggio ma la temperatura dell’acqua di 0 gradi permise solo dieci minuti di vita.
La negligenza giocò un ruolo determinante in quanto gran parte dei messaggi di segnalazione di iceberg vennero ignorati e i telegrafi di bordo utilizzati per inviare i messaggi dei passeggeri; la velocità della nave venne aumentata nonostante i comandanti sapessero dei banchi di iceberg e la rotta venne solo leggermente modificata.
Sembra, inoltre, che particolari condizioni atmosferiche abbiano portato alla presenza di iceberg in un punto dell’Oceano Atlantico in cui solitamente non sarebbero presenti. Il 4 gennaio del 2012 l’allineamento di sole e luna con la terra nel momento di minima distanza gli uni agli altri avrebbe dato vita a maree particolari che hanno condizionato mari e oceani per i mesi successivi. Le intense maree avrebbero spinto gli iceberg molto più a sud rispetto al consueto fino ad entrare nelle rotte delle navi. Una più calda e corposa corrente del Golfo, infine, potrebbe aver accelerato la discesa degli iceberg.

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I problemi che affliggono Apple



Mentre dal punto di vista delle vendite possiamo dire che è un ottimo periodo visto il grande successo del nuovo iPad e dell’iPhone 4s in attesa del nuovo  la società di Cupertino sembra essere particolarmente esposta a critiche.
Abbiamo infatti parlato dei diversi problemi che stanno investendo il nuovo tablet di Apple, come il surriscaldamento che porterebbe la tavoletta digitare a spegnersi.
Un problema che sembrerebbe derivare dalla difficoltà di raffreddarsi di componenti interni. Un altro guaio sembrerebbe colpire il wi-fi, che pare avere problemi di ricezione. Secondo molti utenti infatti in un luogo dove iPhone e iMac Pro avrebbero un’ottima ricezione il nuovo iPad avrebbe invece scarso segnale. Per conoscere gli ulteriori problemi della nuova tavoletta di Cupertino.
Ma in questo periodo Apple si trova anche a dover affrontare una questione a cui ...



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Marte e Venere, dieci anni dopo



11 aprile 2012 El País Madrid

Gli americani sono figli del dio della guerra, gli europei di quella dell'amore, scriveva Robert Kagan nel 2002. Ma dopo i fallimenti in Iraq e Afghanistan e la crisi del modello europeo le cose sono cambiate.
È arrivato il momento di ammettere che siamo diversi, scriveva dieci anni fa Robert Kagan scatenando una polemica infuocata. Gli americani, scriveva Kagan nel suo articolo (“Power and Weakness”, Policy Review 113/ 2002), venerano Marte, dio della guerra, mentre gli europei sono devoti a Venere, dea dell’amore. Gli americani, proseguiva Kagan, vivono in un mondo hobbesiano basato sull’uso della forza. Gli europei invece vivono – o sostengono di vivere – in un mondo kantiano, governato dal diritto e dalle istituzioni. 
E così, mentre gli europei fanno di tutto per liberarsi del potere e della forza, gli americani li utilizzano come strumenti per modellare il mondo a loro immagine e somiglianza. Finita la Guerra fredda, proseguiva Kagan, gli europei si preparavano a vivere in armonia e felicità. Ma l’11 settembre ha dimostrato che il mondo non era cambiato, almeno non nel senso in cui credevano gli europei. Gli abitanti del vecchio continente, però, a quel punto hanno deciso di negare la realtà anziché accettarla. 
L’articolo di Kagan è poi sfociato in un libro omonimo, dando luogo a fiumi di inchiostro e critiche. Oggi, dieci anni dopo, la rivista che pubblicò per prima l'articolo (Policy Review) ci propone un'interessante retrospettiva a opera dello stesso Kagan (“A comment on context”, Policy Review 172/ 2012) e un interessantissimo articolo di Robert Cooper (Hubris and False Hopes), uno degli architetti intellettuali della politica estera europea. 
Kagan ci racconta varie cose che non sapevamo e che ci aiutano a comprendere meglio il suo articolo. Innanzitutto ci ricorda che il testo è stato concepito prima dell’11 settembre e della guerra in Iraq, e che in nessun modo voleva fornire una giustificazione della guerra e delle politiche di Bush. Le differenze tra Europa e Stati Uniti, aggiunge oggi Kagan, sono strutturali, ed erano ben visibili anche all'epoca di Clinton. L’amministrazione Bush le ha soltanto aggravate.
Kagan precisa che mentre scriveva l’articolo il suo riferimento principale era un europeo: Robert Cooper, il diplomatico britannico che per un decennio è stato consigliere di Javier Solana ed è stato anch'egli autore di un testo polemico (“Lo Stato postmoderno”, 2002) in cui sosteneva la necessita di “un nuovo interventismo liberale”.
Secondo Cooper le democrazie europee  dovevano superare le proprie paure e intervenire militarmente all’estero per difendere i valori della democrazia liberale. Il mondo esterno, spiegava Cooper, non era popolato soltanto da entità postmoderne come l’Ue, ma anche da stati classici che si basavano su parametri come la forza e il potere. 
Il terzo gode
Il fatto che la critica di Kagan all’atteggiamento degli europei nei confronti dell’uso della forza fosse condiviso da qualcuno che nel vecchio continente è particolarmente interessante, perché smentisce il carattere permanente e inconciliabile delle supposte differenze tra europei e americani. 
Ancora più interessante è l'articolo scritto da Cooper dieci anni dopo a proposito della “contrapposizione” tra Marte e Venere. Secondo Cooper, dopo gli errori in Iraq e Afghanistan, gli Stati Uniti sono vittima della “debolezza del potere”: la loro enorme forza militare è servita a poco, e Washington ha dovuto imparare una dura lezione di umiltà. Oggi gli Stati Uniti sanno che bisogna affidarsi non soltanto alla forza ma anche alla politica, alla legittimità, alla costruzione dello stato e al diritto.
Nel frattempo, sull’altra sponda dell'Atlantico anche il mondo kantiano e postmoderno in cui gli europei credevano di vivere scricchiola. I due schieramenti, insomma, sono diventati più umili. Venere e Marte hanno pareggiato mentre la Cina avanza minacciosa?
www.presseurop.eu  Traduzione di Andrea Sparacino

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Lega ladrona e anche un po’ terrona


La Lega Nord è nella bufera, ormai anche un elettore della Lega stessa o del PDL penso se ne sia reso conto. Per dire.
Prima di analizzare il divertente fenomeno, mi preme solo ricordare due grandi cavalli di battaglia del movimento fondato e guidato fino a qualche giorno fa da Umberto Bossi: NO ai terroni e Roma ladrona.
In sintesi che cosa è successo? E’ successo che nel 2004 Umberto Bossi è stato colpito da un ictus, in circostanze mai del tutto chiarite (Luisa Corna anyone?). Dopo essersi (più o meno) ripreso, il suo ritorno sulle scene è stato segnato dalla regia della (seconda) moglie Manuela Marrone, sicula di origine (quindi terrona, tanto per intenderci. Anche perché con quel cognome…). La signora Marrone, in pensione dall’età di 39 anni (Roma Ladrona?), appassionata di tarocchi e titolare di una scuola padana, ha deciso di mettere al fianco del marito la “badante” Rosi Mauro, militante del partito e segretario del Sindacato Padano (Sin. Pa.). Rosi Mauro è originaria di Brindisi (quindi anch’essa terrona. Anche perché con quella tonalità di pelle, la vorrei vedere a spacciarsi per padana doc) e a capo di un sindacato di cui non si sa praticamente nulla (lei dichiara 250.000 iscritti, poi pare che in tutto siano al massimo 7.000). La moglie di Bossi decide inoltre che in politica accanto al padre deve trovare un posto anche il figlio Renzo, da tutti meglio conosciuto come Trota. Ricordo che Renzo Bossi è il luminare che ha dovuto ripetere tre volte l’esame di maturità. Tre volte. Subito dopo aver (finalmente) conseguito il diploma, il padre lo ha piazzato al Consiglio Regionale Lombardo, dove ha percepito fino all’altro giorno prima delle dimissioni uno stipendio di oltre 12.000 euro al mese (Roma Ladrona?).

Questo simpatico quadretto a tinte padane, ma ordito in gran parte da menti terrone, è nella bufera perché sostanzialmente i soldi dei rimborsi elettorali (provenienti da Roma Ladrona, tanto per essere chiari) sono stati usati per finanziare attività e interessi (tra gli altri) della Signora Marrone (principalmente per la sua scuola e per la sua villa), di Rosi Mauro (e del suo compagno/amante/gigolò e cantante) e di Renzo Bossi (per pagargli diplomi, lauree e lussi vari).
In questo momento sto ancora decidendo se trovo più divertente la storia di The Walking Jesus oppure questa. Fermo restando che la Rosi è il mio nuovo idolo, nonché icona di stile e fonte di ispirazione.
By Signor Ponza On 10 aprile 2012 · http://www.signorponza.com




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Raffaele Simone: “La sinistra di oggi ha perfino paura di presentarsi come sinistra”

di
Pedro Vallin – 10 aprile 2012 Pubblicato in: Argentina

Il linguista ed esperto di filosofia del linguaggio e della cultura ha scosso il suo paese con Il mostro mite, nel quale, partendo dalla scomparsa della sinistra tradizionale italiana, espone le cause della scelta del mondo di andare a destra.
Linguista ed esperto di filosofia del linguaggio e della cultura, Raffaele Simone è riuscito a scuotere le coscienze del suo paese con Il mostro mite (Taurus) provocatoriamente sottotitolato Perché l’Occidente non va a sinistra? nel quale, partendo dalla scomparsa della sinistra tradizionale italiana che si è fusa nella democrazia cristiana, espone le cause della svolta a destra del mondo e della trasformazione del capitalismo in una cornice confortevole che avvolge tutto – e per questo è una misura buona e invisibile – da lui definita mostro mite. Parla in castigliano perfetto, con grande dettaglio di finezza, sorprendente quando non si padroneggia la lingua madre.
- Una delle conclusioni del suo libro allude alla “naturalità” del pensiero di destra, contro la condizione “artificiale” del pensiero di sinistra nella misura in cui va contro la tendenza naturale all’egoismo
- Esattamente, è proprio questo.
- Gli evoluzionisti, nonostante tutto, hanno affermato che la generosità, la filantropia e la morale sono naturali, un vantaggio evolutivo nella misura in cui l’uomo è un essere sociale. Nel mondo primitivo le società con regole si impongono sulle altre perchè permettono la crescita demografica e la nascita di occupazione, e così via.
- Sta dicendo esattamente quello che affermo. L’idea che descrivo nel libro, per cosi’ dire drammatizzando un po’ (non è una teoria ma un’allegoria un po’ drammatizzata), è la stessa di 2001 Odissea nello spazio di Kubrick: quando teoricamente tutto ha avuto inizio, un’epoca cui nessuno ha potuto assistere, gli uomini primitivi si massacravano tra loro. A un certo punto, per evitare lo sterminio, per così dire, e in conseguenza del diffondersi della paura, sono state create gradualmente delle regole. E applicando questa metafora alla relazione tra sinistra e destra, credo che stare a sinistra sia meno “naturale” che stare a destra perchè la persona di destra dice: “Questo è mio e nessuno deve toccarlo. Nessuno deve discutere cio’ che io voglio fare”. Sono argomenti di tipo “primitivo”, (lo metta) tra virgolette per piacere, sono argomenti ancora non elaborati. Al contrario la sinistra dice: “Tu devi rinunciare a una parte del tuo perchè c’è gente che ne avrà più bisogno di te”. O meglio: “L’interesse pubblico (che è un concetto molto sofisticato) prevale sull’interesse privato. Quello che tu decidi di fare deve esser mediato dal pensiero dell’interesse degli altri”. E’ un atteggiamento per cui impiego l’immagine della molla in tensione, perchè la tendenza naturale è verso l’egoismo, e dividere quello che si possiede tra persone che neanche si conoscono è contro natura, nel senso che incontra la resistenza della molla.
- Questo si collega all’eterno dibattito, molto vivace tra i gruppi femministi e tra gli educatori, tra cio’ che è naturale e cio’ che è culturale. Naturale sarebbe di destra e culturale di sinistra.
- Si, l’opposizione è questa, appoggiata in questo momento dagli studi degli etologi che lei menzionava, gli studi sul comportamento delle scimmie più evolute e così via. Sappiamo moltissimo dell’umano, molto di più di quello che ne sapeva Rousseau, che a suo tempo simpatizzava con le posizioni della Chiesa, che suppongono che l’uomo sia originariamente buono e che peggiori con il passare del tempo. Istintivamente credo il contrario. E in questo caso è un’immagine per spiegare il fatto che è molto più frequente e facile il passaggio da sinistra a destra a livello individuale che il contrario.
- E oltretutto è simmetrico.
- In che senso?
- Quando uno proviene da posizioni estreme di sinistra finisce in posizioni estreme di destra, e se uno è moderato, finisce con l’avere posizioni moderate. Dallo stalinismo al fascismo, e dalla socialdemocrazia alla democrazia cristiana, per così dire.
- Si, si. In Italia abbiamo molti casi. E’ esattamente così. In Italia il partito socialista si è quasi totalmente spostato sugli standard di Berlusconi senza subire cambiamenti. E la gente realmente socialista continua a chiedersi come abbiano potuto. Secondo la mia interpretazione è la molla: a un certo punto, stanchi di tenerla tesa, decidono di allentarla.
- Arrendersi?
- Esatto.
- Lei, e anche chi ha scritto il prologo, citate la scena di Aprile di Nanni Moretti (1998), nella quale il protagonista rimane davanti al televisore gridando a Massimo D’Alema: “D’Alema, dì qualcosa di sinistra!”. Moretti aveva già proposto una satira carnevalesca sul disfacimento del comunismo italiano, Palombella rossa (1993), trasformato in una partita di pallanuoto, con un testo esplicito sulla crisi della sinistra.
- In Moretti ci sono molti elementi di questo tipo. Inoltre fu Moretti che diede il via alcuni anni fa ad una manifestazione di protesta contro la gestione attuale della sinistra che si concluse in manifestazioni importanti, il movimento dei Girotondi. Fu lui uno dei promotori. In un dato momento il movimento si sgonfio’ perchè era troppo informale e forse mancavano leader, ma è stato un movimento importante che durò diversi anni.
- Lei è molto pessimista?
- No, no. Ho speranza.
- Si fa fatica a vederlo nel libro.
- Credo sia meglio analizzare i dati in maniera approfondita prima di elaborare una risposta.
- Non crede che la perdita dei principi o delle idee forti della sinistra che Lei denuncia si siano prodotte parallelamente nella destra, che il tradizionalismo o le espressioni più reazionarie in campo morale siano retrocesse?
- Per questo parlo di neodestra, è una destra diversa rispetto alla precedente. Non sono fascisti, hanno solo interessi materiali.
- Lei enumera le mete non raggiunte dalla sinistra in Europa negli ultimi 150 anni. Afferma che “non si è prodotto un progresso costante nell’istruzione e nella cultura”… Le statistiche sul progresso umano delle Nazioni Unite dicono un’altra cosa, che gli indici di alfebetizzazione non hanno smesso di crescere.
- Non abbiamo raggiunto l’obiettivo.
- Però lei sostiene che non ci sono progressi. Successivamente aggiunge che “non si è prodotta nessuna rivalorizzazione dell’attività intellettuale e creativa”. Non le posso fornire dati, però l’impressione è che sia il contrario, che il lavoro creativo non sia mai stato tanto remunerato come di questi tempi.
- Però non sto parlando della modernità e del risultato nel tempo attuale della tradizione precedente di sinistra.

- Dice anche che non si è raggiunta “la diffusione generalizzata di una mentalità minimamente razionale e laica”. Questo ha avuto alti e bassi.
- Varie fasi, si. Quello attuale è un momento difficile in Spagna, Italia e Francia. Voi avete un futuro di controriforme durissimo.
- Però continuo: “Nemmeno si è raggiunta una coscienza civica solidale e di uno spirito di pace collettivo”. Ci sono esempi di progresso morale molto evidenti: nel 2003 per la prima volta c’è stata una mobilitazione sociale globale e di massa contro una guerra che ancora non era cominciata e che avrebbe avuto luogo a centinaia di chiometri di distanza. Non ci sono precedenti.
- Quello che volevo dire è che non sono tutti risultati di tipo socialista. Sono risultati di una coscienza nuova, post moderna, più o meno, nella quale la cultura giovanile gioca un ruolo fondamentale non necessariamente di tipo socialista. Significa che le grandi illusioni del socialismo possono essere state parzialmente realizzate però non totalmente. Per esempio, l’uguaglianza è un tema in grave crisi ed è uno dei tratti principali della sinistra. La disuguaglianza trionfa praticamente in tutto il mondo ed era uno dei tratti principali della modernità. C’è un’altra lista nel libro, le date storiche, i grandi momenti non raggiunti dalla sinistra…
- Però ciò che lei denuncia della sinistra non accade anche alla destra? Vale dire la de-ideologizzazione?
- Ma alla destra non interessa allo stesso modo, perchè essere di destra suppone che i fenomeni, i processi, alla fine vadano avanti da soli.
- Quindi la neodestra è apolitica?
Diciamo che non ha interesse a modificare i processi, e in questo senso, lo spiego nel libro, la sinistra ha finito per adottare lo stesso atteggiamento della destra, perchè ha abbracciato quello che io definisco “l’infinita tolleranza verso il sociale”, che significa che non conta quello che succede ma l’importante è che fluisca tranquillamente. In questo senso il tema dell’immigrazione clandestina è centrale. Nessun paese d’Europa ha elaborato un modo o un progetto per governare questo fenomeno che è immenso e che modifica l’aspetto del mondo in pochi anni. Altro tema che mi sembra molto rilevante, altro tema mancante della sinistra, è la rivoluzione digitale, che è considerata come un’ innovazione tecnologica pura e semplice mentre in realtà è un cambio di mentalità.
- Uno dei motori tradizionali della sinistra è l’idea di progresso, anche se originariamente non è marxista ma propria dell’Illuminismo.
- Si, l’idea che l’umanità è in moto, che cammina in modo ascendente.
- La sinistra l’ha abbandonata?
- Perchè lo dice?
- Perchè i messaggi che lancia, anche se legittimi, sono conservatori: salvaguardiamo l’ambiente, i diritti sociali, il benessere… cioè un atteggiamento difensivo, come se la sinistra, che è la sovrana del futuro, ora avesse, per così dire, paura del futuro.
- Esattamente. La sinistra ha perfino paura a presentarsi come sinistra. Sono d’accordo con lei, il posto del progresso è stato occupato dalla crescita, il mito attuale è quello della crescita, e credo che sia un altro mito pericolosissimo della neodestra. Io sono abbastanza favorevole alla decrescita, se non alla Latouche in un altro modo più dolce, però la mia idea è che la crescita sia un errore gravissimo. E’ un altro pezzo del mondo che va distrutto.
- Non si parla nemmeno molto del fatto che l’evoluzione demografica è preoccupante
- Si, è un problema, ovviamente. In Italia se ne parla poco. E’ un tema importantissimo perchè il mondo fatto a misura di un determinato numero di abitanti, che non si può superare. Però è evidente che ci scontriamo di nuovo con il mito della crescita. Perchè il futuro deve essere necessariamente di crescita e non di stabilizzazione o redistribuzione. Per concludere, le dirò che la sinistra ha assunto i miti della destra, liberali o neoliberali senza rendersi conto di quello che stava facendo.
- Lei parla molto della perfida alleanza tra la socialdemocrazia italiana e la democrazia cristiana. Condividono un substrato filosofico non minoritario: l’esigenza di uguaglianza, la solidarietà, la compassione. Probabilmente non è un’alleanza contronatura.
- No, non lo è in assoluto. Hanno due elementi in comune, oltre allo spirito della Chiesa che è stato attribuito alla sinistra per anni. E’ l’elemento fondante dello statalismo, cioè lo Stato occupa il centro della vita della società, e inoltre, per lo meno in Italia, anche se credo che in Europa le cose vadano più o meno allo stesso modo, lo spirito dell’assistenzialismo, ovvero che lo Stato dev’essere obbligato ad assistere le persone che versano in gravi condizioni. Questi due elementi unificano le due componenti, in questo senso non è un’alleanza contro natura. Contro natura è il carattere chimicamente infelice di tale fusione, che si rivela a proposito di temi incandescenti, come per esempio quelli bioetici. Però quello che mi impressiona di più è che il termine stesso di socialismo in Italia sia scomparso completamente. Il suo amico Walter Veltroni dichiarò a qualcuno che lo accusava di inserire uno spirito socialista nel programma dell’appena nato Partito Democratico: “Ma per favore, non c’è niente di socialista”, come se fosse un’accusa, un’insinuazione offensiva.
E questo mi sembra un tradimento grave, un tradimento storico, perchè c’è gente che continua a credere nei principi del socialismo, come me, e non credo di essere il solo.
- Un’altra caratteristica che avvicina il socialismo e la democrazia cristiana è la visione paternalistica della società, forse addirittura accondiscendente.
- Credo di si, perchè nonostante la loro preoccupazione per così dire di democrazia democratica, sia gli uni che gli altri continuano ad avere fortissime gerarchie, praticamente una sfera di intoccabili. In Italia, ma anche in altri paesi, c’è una durissima polemica contro i costi della casta. Lo spirito democratico non è così incisivo da eliminare lo spirito di casta.
- Tra le forme aberranti della politica attuale, sia di destra che di sinistra, c’è il populismo. Sembra che la democrazia digitale punti a quello.
- E’ dovuto alla mediatizzazione del mondo. E’ qualcosa che accade in tutto il mondo, perchè i media permettono a chiunque di arrivare al singolo individuo e di indurlo a pensare che il potente è come lui. E che ha gli stessi bisogni, gusti, costumi, lo stesso linguaggio…
- Il movimento 15-M [cioè degli indignados, dal "15 maggio", giorno del 2011 in cui è sorta la protesta, NdT] è sicuramente più un sintomo che un fenomeno…
- Si, è più un sintomo che un risultato.
- …è un indice del fatto che esiste una sinistra, però anche una disaffezione per i partiti di sinistra.
- Sono fenomeni in ebollizione, però l’ebollizione nella politica è una cosa diversa delle proposte e dall’elaborazione dei programmi. Nel momento in cui ci mettiamo a elaborare idee e programmi e progetti, dobbiamo creare una struttura, che è il contrario dello spirito che si manifesta nel fenomeno degli indignati. Inoltre gli indignati incorporano un’idea che storicamente si è dimostrata non falsa, ma impossibile, quella della democrazia diretta.
- Indesiderabile?
- Per me è indesiderabile, pericolosissima. Però sempre presente come illusione, come speranza, in un momento determinato della vita. Per questo motivo i partiti di sinistra non lo capitalizzano [il movimento degli indignados, NdT]. In ogni caso mi sembra che i politici dovrebbero riflettere con attenzione e in modo puntuale su questo fenomeno perchè implica l’espressione di un’inquietudine, un punto di saturazione nel quale non ci siamo mai ritrovati prima.
- Li si accusa di non avere un discorso articolato, però in ogni caso è molto più articolato rispetto a quello del maggio del ‘68, che oltre ad avere slogan molto meno sofisticati come “sotto i ciottoli c’è la sabbia”, a poco a poco ha influito anche su tutto il pensiero della sinistra dei tre decenni successivi.
- E’ vero, però se si ricorda misero alle corde lo stato francese. In Francia ci fu davvero il timore di un colpo di stato. Inoltre c’era un sentimento di gioia di vivere che negli indignati non è presente. E’ qui che appare la mediatizzazione e la cultura digitale. Ci sono vari elementi molto diversi. Nel momento in cui un movimento si concretizza in forma di proposta si è già convertito in partito. La differenza fondamentale è la perseveranza. Nella misura in cui il movimento dura, avrà i suoi capi e responsabili. Nel momento in cui li crea e si rende conto che alcuni capi sono necessari per la sopravvivenza, si sarà trasformato in partito. Il movimento come pura forma di ebollizione è solo un sintomo di inquietudine, niente di più.
- Non crede che riveli l’esistenza di una maggioranza sociale di sinistra non articolata?
- Non so se di sinistra, ma sicuramente esprime una saturazione. Non so se è solo di sinistra, perchè c’è una grande base proletaria nei movimenti della destra storica. Il fascismo nacque sulla spinta delle classi più svantaggiate.

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