Cento anni dall’affondamento del Titanic: tradito dalla tecnologia, dalla luna e dall’uomo


Oggi ricorrono i cent’anni dall’affondamento del Titanic. Il leggendario affondamento è ad oggi il più grande disastro navale civile di tutti i tempi. La carena dell’enorme balena di ferro e acciaio si squarciò in 5 tagli al contatto con un grande iceberg a sud della penisola di Terranova: cinque dei compartimenti stagni vennero invasi dall’acqua provocando il disastroso affondamento e la morte di 1523 persone tra cui gli 800 membri dell’equipaggio.
Il Titanic, che partì il 10 aprile 1912 da Southampton in Inghilterra per il suo viaggio inaugurale, era per quei tempi la più grande nave mai costruita.  Sorella dell’Olympic e del Britannic, era di proprietà della White Star Line. Le tre navi erano state progettate e costruite nei cantieri Harland and Wolff di Belfast allo scopo di affermare la supremazia dell’azienda nell’attraversata oceanica da Southampton a New York.
Ristoranti, bar, promenades, sale di lettura, intrattenimento, fumatori, piscina, campo da tennis facevano sognare i suoi ospiti. Era dotato di tre classi per i passeggeri; l’ultima, la terza, ospitava principalmente emigranti. La nave era dotata del migliore sistema radio del tempo.
Il viaggio inaugurale, che partì da Southampton il 10 aprile 1912, era capitanato da Edward John Smith, ospitava a bordo importanti personalità del mondo industriale e politico del tempo.
Il viaggio trascorse tranquillo fino alla giornata del 14 aprile quando, sopraggiunti all’altezza del Terranova, la nave impattò con l’imponente iceberg.
In cento anni di teorie sull’affondamento ne sono sorte a bizzeffe: dal sabotaggio, all’errore umano fino a particolari condizioni climatiche. Non si sa ancora come sia realmente andata la vicenda, tuttavia pezzi di realtà sembrano essere racchiusi in molte tra le teorie presentate. Rivetti inadatti, mancanza di scialuppe, negligenza ma anche agenti atmosferici sono tutti gli elementi che hanno affondato il Titanic.
Sembra infatti che non tutti i rivetti che componevano la nave avessero le caratteristiche adatte per essere fissate sulla carena tanto che l’affondamento non avvenne per uno squarcio, come inizialmente si credeva, ma per il cedimento dei rivetti che diedero vita a sei piccole falle da cui entrò l’acqua. Il timone, inoltre, era più piccolo del necessario, cosa che rendeva le virate molto lente.

La mancanza di scialuppe fu una seconda causa dell’alto numero di vittime. Nonostante ne potesse contenere 32 il viaggio prese il via con sole 16 scialuppe di salvataggio che in molti casi vennero calate mezze vuote. Tutti coloro che morirono nel naufragio perirono per assideramento: tutti avevano il giubbotto salvataggio ma la temperatura dell’acqua di 0 gradi permise solo dieci minuti di vita.
La negligenza giocò un ruolo determinante in quanto gran parte dei messaggi di segnalazione di iceberg vennero ignorati e i telegrafi di bordo utilizzati per inviare i messaggi dei passeggeri; la velocità della nave venne aumentata nonostante i comandanti sapessero dei banchi di iceberg e la rotta venne solo leggermente modificata.
Sembra, inoltre, che particolari condizioni atmosferiche abbiano portato alla presenza di iceberg in un punto dell’Oceano Atlantico in cui solitamente non sarebbero presenti. Il 4 gennaio del 2012 l’allineamento di sole e luna con la terra nel momento di minima distanza gli uni agli altri avrebbe dato vita a maree particolari che hanno condizionato mari e oceani per i mesi successivi. Le intense maree avrebbero spinto gli iceberg molto più a sud rispetto al consueto fino ad entrare nelle rotte delle navi. Una più calda e corposa corrente del Golfo, infine, potrebbe aver accelerato la discesa degli iceberg.

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