La lettera di Mario Monti al Corriere

Con una lettera pubblicata  sul Corriere il presidente del consiglio, Mario Monti, interviene sulle polemiche dei giorni scorsi: dalla riforma del lavoro al viaggio in Asia.

Rettifica su alcune considerazioni espresse l’altro ieri a Tokio. “La politica è capace di guidare il paese.”
Caro Direttore,
vedo solo ora che alcune considerazioni da me fatte in una conferenza tenuta l’altro ieri a Tokyo presso il giornale Nikkei hanno suscitato vive reazioni in Italia. Ne sono molto rammaricato, tanto più che quelle considerazioni, espresse nel corso di un lungo intervento in inglese, avevano l’obiettivo opposto a quello che, fuori dal contesto, è stato loro attribuito. Volevano infatti sottolineare che, pur in una fase difficile, le forze politiche italiane si dimostrano vitali e capaci di guardare all’interesse del Paese.
La riforma del lavoro: “merito del governo e della maturità degli italiani”.
Se da qualche mese l’Italia ha imboccato risolutamente la via delle riforme, lo si deve in parte al governo, ma in larga parte al senso di responsabilità delle forze politiche che, pure caratterizzate da forti divergenze programmatiche, hanno saputo dare priorità, in una fase di emergenza, all’interesse generale del Paese. E lo si deve anche alla grande maturità degli italiani, che hanno mostrato di comprendere che vale la pena di sopportare sacrifici rilevanti, purché distribuiti con equità, per evitare il declino dell’Italia o, peggio, una sorte simile a quella della Grecia. E dopo le elezioni? Certo, torneranno governi «politici», come è naturale (perfino in Giappone, ho dichiarato che il sottoscritto sparirà e che il «montismo» non esiste!). Ma ritengo che ciò non debba essere visto come un rischio. Le forze politiche sono impegnate in una profonda riflessione al loro interno e, in dialogo tra loro, lavorano a importanti riforme per rendere il sistema politico e istituzionale meno pesante e più funzionale. Ho anche espresso la convinzione che il comportamento delle forze politiche dopo questo periodo, del quale le maggiori di esse sono comunque protagoniste decisive nel sostenere il governo e nell’orientarne le scelte, non sarà quello di prima. Infatti, stiamo constatando — anche i partiti — che gli italiani sono più consapevoli di quanto si ritenesse, sono pronti a esprimere consenso a chi si sforzi di spiegare la reale situazione del Paese e chieda loro di contribuire a migliorarla.
Infine, la precisazione delle parole dette a Tokio:
«La mia fiduciosa speranza — ho detto a Tokyo —è che questo sia un anno di trasformazione per il Paese, non solo sul fronte del consolidamento di bilancio, per la crescita e per l’occupazione, ma anche perché i partiti politici stanno vedendo che gli italiani sono molto più maturi di quello che pensavamo: la gente sembra apprezzare un modo moderato e non gridato di affrontare i problemi ». A sostegno di questa tesi, fiduciosa nella politica e indispensabile per dare fiducia nell’Italia a chi deve aiutarci con gli investimenti, a offrire lavoro ai nostri giovani, ho ricordato che, per quel che valgono, i sondaggi sembrano finora rivelare un buon consenso al governo, che pure è costretto a scelte finora considerate impopolari. In questo modo mi sto impegnando per presentare, a una parte sempre più decisiva dell’economia globale, un’Italia che si sta trasformando, grazie all’impegno di politici, «tecnici » e, soprattutto, cittadini. Trasformazione che proseguirà anche dopo il ritorno a un assetto più normale della vita politica.

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